Premessa

L’incoraggiante apertura ministeriale al circo contemporaneo, che rientra a pieno titolo tra le quattro arti contemplate dal D.M. 1 luglio 2014 accanto a musica, teatro e danza, pone a noi operatori alcune riflessioni che vorremmo condividere con coloro che si apprestano a elaborare il Codice dello Spettacolo.

La necessità di un intervento organico che muove dall’analisi dei bisogni degli addetti ai lavori, richiede uno strumento proiettato verso il futuro che supera le leggi passate, a partire dalla 800/1967, e riconferma lo spettacolo dal vivo come strumento fondante dell’identità nazionale, riconoscendone il valore civile e sociale oltre che artistico e culturale. Nella fattispecie i nuovi linguaggi del circo, con la presenza di numerosi artisti italiani in compagnie estere e il superamento delle barriere linguistiche, rafforzano anche il senso di appartenenza all’Europa.

È la prova inconfutabile dell’esistenza della corrente, è la fotografia di una realtà in forte espansione, che ha ancora molto da svelare e porta con sé moltissime potenzialità. Tuttavia, se non viene collocata in maniera corretta nel panorama culturale italiano da un lato, e se non corrispondono criteri coerenti e incentivi adeguati dall’altro, rischia di non essere colta nel suo valore. In Europa questo ambito si è rigenerato da decenni e il circo contemporaneo/circo teatro, nelle sue diverse declinazioni, è considerato alla stregua del teatro, della musica e della danza con collocazione culturale adeguata e contributi economici sostanziali. Il fenomeno, di carattere globale, ha consentito inoltre di costruire una forte rete internazionale di settore. circo contemporaneo/circo teatro.
Bisogna inoltre comprendere che il non si pone in contrasto con il circo classico, dal quale deriva e del quale riconosce l’importanza, non solo dal punto di vista del patrimonio tradizionale, ma anche delle possibilità attuali e delle eccellenze italiane che ancora oggi si contraddistinguono in tale ambito.